Manutenzione straordinaria di un pavimento esterno

La necessità di rimuovere una pavimentazione può essere dovuta da interventi sui sottoservizi o provvedimenti di bonifica conseguenti a cedimenti più o meno localizzati della pavimentazione. I cedimenti sono solitamente dovuti ad inadeguata preparazione della massicciata di sottofondo, oppure all’utilizzo della pavimentazione per una destinazione d’uso più severa rispetto a quella per la quale era stata progettata. Nel seguito vengono descritte le modalità operative per un corretto smontaggio e nuova messa in opera della pavimentazione in masselli autobloccanti.

1) Una volta individuata l’area di intervento, questa dovrà essere segnalata in conformità alle norme vigenti per la sicurezza del lavoro e per la disciplina dell’eventuale circolazione. Si tenga presente che i masselli rimossi verranno riutilizzati, per cui è preferibile utilizzare per la marcatura materiali facilmente lavabili

2) La fase più delicata dell’operazione di rimozione consiste nell’asportazione del primo massello. La prima operazione è lo svuotamento del giunto dalla sabbia di sigillatura che circonda tale massello, per consentirne l’estrazione. Una volta completato lo svuotamento del giunto, il massello può essere facilmente estratto, Rimosso il primo massello, l’asportazione delle altre unità risulta agevole: ci si può avvalere di un qualsiasi utensile da cantiere per fare leva, agendo sul lato più corto dei masselli. Ciascun elemento integro, una volta estratto, deve essere ripulito dalla sabbia che tende a rimanere attaccata alle superfici laterali.

3) La sabbia di allettamento potrebbe essere riutilizzata in fase di ripristino della pavimentazione: in tal caso prima di rimuoverla l’operatore dovrà allentarla facendo uso di un rastrello, quindi asportarla prestando attenzione a non contaminarla con materiali provenienti dal sottofondo che ne impediscano l’impiego successivo.

4) La rimozione dello strato di sottofondo viene normalmente effettuato con escavatori.
Nel caso in cui la legislazione locale richieda il ripristino del terreno naturale a fine lavori, si dovrà avere l’accortezza di mantenere separati i diversi materiali geotecnici progressivamente incontrati in fase di scavo.

5) Completato l’intervento sul sottoservizio, si procederà al ripristino del sottofondo.
In primo luogo si dovrà compattare il fondo scavo, quindi disporre e compattare tramite una piastra o un pestello vibrante il materiale precedentemente rimosso, oppure il materiale non legato di nuova fornitura, opportunamente umidificato in loco se necessario, procedendo per strati dello spessore di 10 ÷ 15 cm circa

6) Durante le fasi precedentemente descritte, è probabile che i masselli posti ai margini dell’area di lavoro siano stati disturbati: si provvederà in tal caso alla loro rimozione (almeno due file, per un’ampiezza di circa 15÷20 cm). Prima di ripristinare la sabbia di allettamento si dovranno inoltre riallineare i masselli delimitanti l’area di lavoro, utilizzando una mazzetta in gomma Nel ripristino della pavimentazione conseguente a scavi a sezione ristretta il livello della sabbia di allettamento dovrà trovarsi al di sopra di tale piano di 7 e 13 mm, rispettivamente all’estremità ed al centro dell’area di lavoro: è pertanto opportuno utilizzare guide di staggiatura convesse. La convessità del piano di posa servirà a facilitare l’inserimento dei masselli ed a compensare i cedimenti differenziali indotti dai carichi successivamente applicati, garantendo la planarità della pavimentazione in esercizio.

7) Preparato il piano di allettamento si può procedere alla posa dei masselli secondo la geometria originaria della pavimentazione, partendo da un’estremità dell’area da pavimentare. Preliminarmente si devono fissare i riferimenti di allineamento per la posa, ad interasse di 2÷3m, costituiti da fili tesi e ben fissati all’estremità. Terminata la posa in opera dei masselli la larghezza dei giunti deve essere uniforme e non superiore a 3 mm: si procede ad un primo intasamento con sabbia fine asciutta e quindi alla vibrocompattazione a mezzo di piastra munita di tappetino protettivo in gomma o similare, estendendo l’operazione anche alle zone indi- sturbate limitrofe all’area di intervento per un’ampiezza di circa 50÷70 cm. Si completa infine l’intasamento con una seconda e definitiva stesura e spazzolatura di sabbia di sigillatura, verificando la perfetta saturazione dei giunti.
Al termine dell’intervento la zona trattata dovrà risultare finita ad una quota lievemente superiore rispetto al livello originario, comunque non eccedente i 2mm, in corrispondenza delle estremità, ed i 5mm al centro dell’area di ripristino. Sarà sufficiente un breve periodo di tempo e di esposi- zione ai carichi di esercizio perché qualunque traccia dell’intervento venga a sparire e sia ripristinata la planarità della pavimentazione.