L’edilizia rigenerativa del futuro all’VIII Convegno YouBuild

Milano ha ospitato l’VIII edizione del Convegno Nazionale YouBuild, dedicato alla climate & construction technology.

L’evento si è rivelato molto più di un semplice incontro per il settore delle costruzioni, chiamato a ripensare il proprio impatto ambientale e ad abbracciare un futuro più sostenibile. Il convegno ha acceso i riflettori su un obiettivo ambizioso: il regenerative design, un approccio innovativo volto alla realizzazione di manufatti capaci di integrarsi con l’ecosistema, generando energia invece di consumarla per contribuire alla decarbonizzazione. 

Durante l’evento sono state premiate aziende, progetti e materiali che si sono distinti per il loro contributo alla transizione sostenibile del settore. Tra i vincitori, Favaro1 ha ricevuto il riconoscimento nella categoria Adaptive and Regenerative Materials grazie a Recycle 2.0, una pavimentazione autobloccante e drenante che contrasta l’effetto isola di calore, mantenendo la temperatura superficiale fino a 5°C più bassa rispetto alle soluzioni tradizionali. 

L’edilizia di oggi non è più sostenibile: dati e soluzioni per il futuro

I numeri parlano chiaro: il settore delle costruzioni deve cambiare. L’ambiente edificato è responsabile di circa il 39% delle emissioni globali di CO₂ legate all’energia, mentre le città ‒ che ospitano oltre il 56% della popolazione mondiale, una quota destinata a superare il 70% entro il 2050 ‒ assorbono il 75% dei consumi energetici globali. A ciò si aggiungono l’enorme produzione di rifiuti solidi della filiera delle costruzioni, che in molti Paesi europei raggiunge addirittura il 30-40% del totale, e il consumo ormai insostenibile di materie prime non rinnovabili. 

Questi dati evidenziano non solo la necessità di un cambiamento, ma anche un’opportunità: ridurre la carbon footprint del settore del 10-15% entro il 2030 permetterebbe di eliminare dall’atmosfera milioni di tonnellate di CO₂, offrendo un contributo prezioso al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. 

Il cemento è stato tra i materiali più discussi durante il convegno: responsabile di circa l’8% delle emissioni globali di CO₂, è diventato il protagonista di studi e progetti pilota che dimostrano come le tecnologie di cattura del carbonio e l’uso di clinker alternativi possano ridurre l’impatto ambientale del 40% o più per ogni tonnellata prodotta. La vera sfida, quindi, non è trovare nuovi materiali, ma trasformare le filiere. 

Questa visione richiede cambiamenti profondi: le tecnologie esistenti devono essere combinate con energie rinnovabili e metodologie avanzate, dall’estrazione delle materie prime alla logistica, dalla prefabbricazione al riciclo, fino all’integrazione di strategie di design parametrico e manutenzione predittiva. In un’ottica circolare, alcuni materiali potrebbero addirittura diventare carbon-negative nel loro ciclo di vita. 

Un altro tema centrale è stato il ruolo della digitalizzazione. Sensori, robot di cantiere, algoritmi di ottimizzazione e simulazioni climatiche 3D permetterebbero di ridurre gli sprechi di materiale fino al 30%, abbassare gli errori umani e i ritardi fino al 20% e ottimizzare le prestazioni energetiche degli edifici, con una riduzione dei consumi interni tra il 25% e il 40%. 
L’integrazione tra sistemi di monitoraggio in tempo reale, big data satellitari e modelli climatici avanzati potrebbe rivoluzionare la progettazione, prevedendo, ad esempio, come la scelta di un determinato materiale di facciata influenzi l’effetto isola di calore urbana o come un tetto verde contribuisca a gestire il deflusso delle acque meteoriche. Per queste tecnologie, l’investimento iniziale comporterebbe un incremento dei costi tra il 10% e il 15%, ma le analisi condivise al convegno dimostrano che i benefici ripagherebbero ampiamente la spesa nel medio-lungo termine. 

Oltre la sostenibilità: costruire per restituire all’ambiente 

Il settore edilizio ha bisogno di una trasformazione profonda, mirata non solo a ridurre l’impatto ambientale, ma anche a generare un impatto positivo, contribuendo attivamente al benessere degli ecosistemi urbani. 

Molti interventi hanno sottolineato la necessità di un deciso cambio di prospettiva. La progettazione rigenerativa va oltre la semplice riduzione dell’inquinamento: punta a ristabilire i cicli naturali, aumentare la biodiversità e migliorare la gestione delle risorse idriche e termiche delle città. Alcuni progetti pilota hanno dimostrato il potenziale concreto di queste strategie: l’impiego di materiali riflettenti in copertura, pareti verdi, sistemi di fitodepurazione e pavimentazioni permeabili può abbassare le temperature urbane di oltre 2 °C, ridurre gli eventi di allagamento post-pioggia del 15% e migliorare la qualità dell’aria, abbattendo le polveri sottili tra il 5% e il 10%. 

Adottare questo approccio significa abbracciare un cambiamento culturale oltre che tecnologico, dalla formazione degli architetti all’evoluzione delle normative, dalle strategie di approvvigionamento alla partecipazione delle comunità locali. Il cambiamento climatico impone una revisione critica di ogni fattore di rischio per il futuro, ogni dettaglio progettuale deve essere concepito per amplificare il beneficio: edifici che restituiscono risorse, migliorano l’ambiente circostante e rigenerano. 

Questo enorme cambio di paradigma porta con sé sfide e complessità, ma al termine del convegno la sensazione prevalente era di ottimismo: l’idea che una città possa inquinare di meno e addirittura migliorare l’ambiente è vista come una leva capace di ispirare investimenti e soluzioni coraggiose. 

Appuntamento al Convegno YouBuild 2025 

L’VIII Convegno YouBuild ha lanciato un messaggio chiaro: la transizione ecologica nell’edilizia non è più un’opzione, ma una necessità. Affinché questa trasformazione abbia un impatto concreto, è essenziale che le soluzioni siano accessibili e scalabili, evitando che restino appannaggio di pochi progetti d’élite. 

In questo scenario, i professionisti del settore hanno un compito fondamentale: guidare e facilitare il cambiamento. Favaro1, da sempre impegnata nella ricerca di soluzioni innovative e sostenibili, ha fatto di questa visione la sua missione, contribuendo attivamente a un’edilizia più consapevole e rigenerativa. 

Ora non resta che attendere il prossimo appuntamento. Il IX Convegno YouBuild è già fissato: il 27 novembre 2025 offrirà un’altra occasione per confrontarsi sulle sfide e le opportunità di un futuro che non possiamo più rimandare.